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Artusi, Pellegrino
La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene
220001 1891 , Firenze , Salvatore Landi 50 occorrenze

La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene

La schiuma della pentola è il prodotto di due sostanze: dell'albumina superficiale della carne che si coagola col calore e si unisce all'ematosina

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I resti della carne, benchè dissugati, si possano utilizzare in famiglia facendo delle polpette. Le ossa minute, volendo, si possono mettere sopra la

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Eccovi due ricette che, ad eccezione della quantità, poco differiscono l'una dall'altra.

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A vostra norma, della farina vedrete che ne assorbiranno da 20 a 30 grammi soltanto; ma poi dipenderà il più e il meno dal come riesce il composto.

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Pepe e, a chi piace, l'odore della noce moscata.

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Sale pochissimo o punto, a motivo della carnesecca e del brodo che sono saporiti.

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introdursi e minacciano di generalizzarsi; intendo della così detta visita di digestione entro gli otto giorni e della mancia ai servitori della casa

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Una buona balsamella e un sugo di carne tirato a dovere, sono la base, il secreto principale della cucina fine.

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Metà burro del peso della farina ed otto o nove piegature invece di sette. Pel resto vedi il numero precedente.

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dischi smerlati della grandezza all'incirca del qui accanto segnato, ponete nei medesimi il ripieno del numero anteced., opriteli con altrettanti

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Preparate il lievito di birra come pei Krapfen N. 115, intridendolo con grammi 40 della detta farina.

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un altro rosso e, lavorandola sempre col mestolo, un'altra chiara montata e così di seguito se la dose fosse doppia o tripla della presente.

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Nel tempo della cacciagione un abile cuoco può metterla in forma riempiendola di uccelletti cotti in umido.

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Invece della teglia potete servirvi della padella; ma allora otterrete una frittata il cui gusto riuscirà alquanto diverso.

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Ogni sorta di carne va lardellata pel lungo della fibra, dovendosi scalcare per traverso.

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Tagliategli il collo a metà, la punta delle ali e le zampe alla giuntura della coscia; poi, senza vuotarlo, apritelo lungo il dorso superficialmente

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si chiama in Firenze quella carne di vitella che, per essere alla estremità della coscia o della spalla verso le gambe, contiene tendini morbidi e

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pepe, un pizzico di parmigiano, alquanto prezzemolo tritato e friggetele nel burro in forma di frittata, della larghezza approssimativa della

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Le uova scocciatele quando ritirate la balsamella dal fuoco, e alla metà della medesima date il color verde coi detti spinaci.

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È l'osso-buco un pezzo d'osso muscoloso e bucato dell'estremità della coscia o della spalla della vitella di latte, il quale si cuoce in umido in

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Se dopo cotti in questa maniera vi aggiungerete un poco di sugo di carne oppure un poco della salsa di pomodoro N. 80 non sarete più nelle regole

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Dopo l'unità della patria mi sembrava logica conseguenza il pensare all'unità della lingua parlata, che pochi curano e molti osteggiano, forse per un

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Il punto della cottura sì conosce dagli occhi che schizzano fuori, dalla pelle che si distacca toccandola e dalla tenerezza che acquista il pesce

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Dicono che il fegato della lepre non si deve mangiare perchè nocivo alla salute.

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Questo gallinaceo originario della Numidia, quindi erroneamente chiamato gallina d'India, era presso gli antichi il simbolo dell'amor fraterno

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Quando il babà è sformato, se è ben cotto, deve avere il colore della corteccia del pane; spolverizzatelo di zucchero a velo.

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Dei taglierini fatene per un uovo, ma poco più della metà basteranno.

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Prendete grammi 100 di pan di Spagna e tagliatelo a fette della grossezza di mezzo centimetro. Servitevi di una teglia di rame di mezzana grandezza

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Odore della scorza d'arancio o di limone.

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consistenza che collocherete sopra il monte della farina, entro a una catinella, coprendolo con uno strato della medesima. Questa

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Pasta frolla metà della ricetta A del N. 356, oppure l'intera ricetta B dello stesso numero.

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Servitevi della pasta frolla N. 356 nel quantitativo della ricetta A, distendetela col matterello alla grossezza di uno scudo e tagliatela collo

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Servitevi della medesima pasta frolla indicata nella precedente ricetta e per ripieno, invece della marmellata, ponete il marzapane descritto al N

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Prendete la dose intera della ricetta B del N. 356, o la metà della ricetta A, e in ambedue servitevi, come si è detto, di un uovo intero e un torlo

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Le noci tritatele alla grossezza della veccia all'incirca. L'arancio tagliatelo a dadettini.

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La patata è il tubero di una pianta della famiglia delle solanacee originaria dell'America meridionale d'onde fu introdotta in Europa verso la fine

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L'odore della vainiglia.

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Eccovi le dosi della crema: Latte, decilitri 5. Zucchero, grammi 85.

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M'apparecchiava a sostener la guerra Sì del cammino e sì della pietate,

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Allorchè saranno ridotte a pasta impalpabile, scioglietele con un terzo della detta acqua e passatene il sugo da un canovaccio strizzandolo bene

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Lavate con accuratezza la caldaia e rimetteteli al fuoco per restringerli quanto basta, e per conoscere poi il punto preciso della consistenza che

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Allora imbottigliatela e anche qui avrete un'altra prova della sua sufficiente densità, se la vedrete scendere con difficoltà per l'imbuto.

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Servitevi della ricetta N. 418, e cioè fate una crema con

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Cannella di Ceylan ossia della regina, grammi 50. Pepe garofanato, grammi 30.

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Se vi aggiungete altre specie di droghe eccetto che il macis, cioè l'arillo della noce moscata, che è ottimo, non farete nulla di veramente buono; vi

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vostro, così non posso distaccarmi da voi senza augurarvi che conserviate a lungo gl'invidiabili pregi della florida salute e della bellezza.

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Direttore dell'Arte della Stampa 1891

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Filetto. Muscolo carnoso e tenero che resta sotto la groppa dei quadrupedi; ma, per estensione, dicesi anche della polpa dei pesci e dei volatili.

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Lardone. Falda grassa e salata della schiena del maiale.

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Zucchero vanigliato. È zucchero biondo a cui è stato dato l'odore della vainiglia.

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